La realtà virtuale (VR) permette di immergersi in ambienti tridimensionali generati dal computer, interagendo con essi attraverso dispositivi come visori, cuffie, guanti e controller. La VR offre la possibilità di vivere esperienze realistiche e coinvolgenti, che possono avere diverse applicazioni in ambito medico e sanitario.
Nell’articolo di oggi, vedremo come e perché la VR funziona in medicina, quali sono i suoi vantaggi e le sue sfide e faremo alcuni esempi concreti di utilizzo della realtà virtuale in medicina. Vedremo anche come la VR si relaziona con altre tecnologie, come la realtà aumentata (AR).
Indice dei contenuti
Come funziona la realtà virtuale in medicina
La VR in medicina si basa sul principio della riproduzione di situazioni reali o ipotetiche che siano utili per la diagnosi, la terapia, la formazione, la prevenzione o la ricerca. La simulazione permette di creare scenari controllati, personalizzati e ripetibili, in cui il medico o il paziente può agire e ricevere feedback in tempo reale.
La VR in medicina si avvale di software e hardware specifici che, per evitare effetti collaterali come il motion sickness, devono garantire una buona qualità grafica, una bassa latenza, una sincronizzazione tra audio e video e una calibrazione tra i movimenti reali e quelli virtuali. Si tratta di fattori da non sottovalutare, in quanto potrebbero causare senso di nausea o vertigini.
Perché utilizzare la realtà virtuale in medicina
La VR in medicina offre 3 vantaggi:
- la possibilità di creare ambienti sicuri, etici e accessibili, in cui si possano sperimentare situazioni altrimenti difficili o impossibili da riprodurre nella realtà, come ad esempio operazioni chirurgiche complesse, emergenze mediche, scenari di guerra o catastrofi naturali;
- la possibilità di aumentare l’empatia, la motivazione e l’adesione al trattamento, grazie al coinvolgimento emotivo e cognitivo che la VR genera nel medico o nel paziente, e di ricevere feedback immediati e personalizzati;
- la possibilità di ridurre i costi, i tempi e i rischi associati alla formazione, alla terapia e alla ricerca, grazie all’utilizzo della VR in remoto, a distanza, o in ambienti domestici o ambulatoriali, senza bisogno di attrezzature costose o invasive.
Esempi di realtà virtuale in medicina
La VR in medicina ha già trovato 3 ambiti d’applicazione, vediamo quali.
Chirurgia
La VR può essere adoperata per pianificare, simulare e guidare interventi chirurgici, sia in modalità virtuale che mista, cioè integrando elementi reali e virtuali. Per intenderci, la VR può permettere di visualizzare in 3D gli organi interni del paziente, di esercitarsi su modelli anatomici virtuali o di controllare a distanza un robot chirurgico.
Riabilitazione
La VR può essere usata per favorire il recupero di funzioni motorie o cognitive compromesse da traumi, ictus, malattie neurodegenerative o altre patologie; può permettere di stimolare il movimento di arti paralizzati, di allenare la memoria o l’attenzione, o di migliorare l’equilibrio e la coordinazione.
Psicoterapia
La VR può essere usata per trattare disturbi psicologici come fobie, ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress, dipendenze o disturbi alimentari. Come? Esponendo il paziente a situazioni che gli provochino paura o disagio, in modo graduale e controllato, e insegnandogli strategie di coping o di rilassamento.
Differenze con la realtà aumentata in medicina
La VR non è l’unica tecnologia che può essere usata in medicina per creare esperienze immersive. Un’altra tecnologia è la realtà aumentata (AR); essa aggiunge elementi digitali alla realtà percepita, senza sostituirla completamente. L’AR utilizza dispositivi ICT come smartphone, tablet, occhiali o lenti a contatto, che proiettano informazioni o immagini sullo schermo o all’interno del campo visivo dell’utente.
Anche l’AR ha diverse applicazioni in medicina, ecco le principali.
Diagnostica
La realtà aumentata può essere usata per visualizzare dati o immagini mediche, come radiografie, ecografie, tomografie o risonanze magnetiche, sovrapponendole al corpo del paziente o a un modello anatomico. Inoltre, l’AR può permettere d’individuare con maggiore precisione la posizione di un tumore, di un vaso sanguigno o di un nervo.
Didattica
La realtà aumentata, come la realtà virtuale, può essere usata per insegnare o apprendere concetti o procedure mediche, in modo interattivo e collaborativo. Può, ad esempio, permettere di visualizzare in 3D le strutture o le funzioni del corpo umano, simulare esami o interventi, o condividere informazioni con studenti e docenti.
Telemedicina
L’AR può essere usata per fornire assistenza medica a distanza, in tempo reale o differito, a pazienti che non possono recarsi presso una struttura sanitaria. Grazie ad essa, è possibile monitorare i parametri vitali del paziente, inviare o ricevere consigli o prescrizioni, effettuare diagnosi o terapie.
Realtà e virtualità in medicina
La VR e l’AR sono due esempi di tecnologie capaci di modificare il rapporto tra realtà e virtualità in medicina, creando nuove opportunità e sfide. Tuttavia, non sono le uniche. Esistono infatti altre tecnologie collocabili in un continuum tra realtà e virtualità, come la realtà mista (MR), che combina elementi di VR e AR, o la realtà diminuita (DR), che elimina o nasconde elementi della realtà.
Ognuna di queste tecnologie pone domande etiche, legali e sociali, che devono essere affrontate con attenzione e responsabilità. Vanno considerati i possibili effetti psicologici o fisiologici dell’uso prolungato o inappropriato dei visori, la dipendenza o il disorientamento che possono causare, i rischi legati alla perdita d’identità o alla violazione della privacy. Si devono anche valutare i criteri di qualità, la sicurezza ed efficacia delle tecnologie prese in esame e le modalità di formazione, certificazione e supervisione dei professionisti che le usano.
VR e AR in medicina sono tecnologie promettenti, in grado d’apportare benefici significativi in diversi ambiti, ma necessitano di una riflessione critica e di una regolamentazione adeguata.
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